Mostra personale di Angela Raimondi dal titolo: Oltre Orione
12 settembre 2008 
Chiesa di Severo al Pendino
Vernissage ore  18

Catalogo con prefazione critica di Luciano Scateni.

Angela Raimondi  presenta 11 grandi tele, realizzate con tecnica mista.

 L’artista indaga le difficoltà dell’incontro tra il femminile e il maschile, attraversando ogni singola anima nella molteplicità degli intimi piani e plurime divisibilità.

Ogni tela è portatrice di infinite ed irrisolte complessità, con fiducia indugia verso la visione di un incontro tra due corpi “diversi”, che raffigura, ma che deve necessariamente dividere mediante un gesto “invisibile” e percepibile di separazione. Altra materia è posta accanto alla tela, che diviene spazio della ragione nello sguardo.

Le anime singole e solitarie di lui e di lei vengono ripercorse nelle figure di corpi, definiti da contorni complici di unioni e abbracci. Nudi e abbandonati su cromatismi sfumati, delicati, che li accolgono nel colore-terra comune delle anime di entrambi. 

Incontri sospirati, sospesi, incantati, con tracce di oro che annunciano il loro viaggio verso l’ultraterreno. Un incanto che anela l’infinito, ricercato nella profondità dell’amore e della speranza, ma che la ragione divide, spezzando la tela, perché il pensiero di lei o di lui è consapevole dell’incapacità di essere eterni insieme. 

Mani intrecciate, innamorate, vicine e fedeli, schiene che si accarezzano, braccia e gambe che si confondono in grovigli appassionati di forme e colore, plurali reali, naturali, ma che durano attimi ineterni. 

Ogni forma è segnata intimamente dalla sua divisibilità interiore. Il colore distende le complessità individuali, con tonalità e sfumati  fiduciosi di fusioni

I corpi nudi sono invasi da piccoli vortici extrapittorici, quali impulsi che vibrano e palpitano per la l’emozione di incontrarsi eternamente, mentre gli sguardi, custodi fedeli delle volontà delle anime, tradiscono la realtà illusoria di soli abbandoni. 

Le tele sospendono la visione nella raffigurazione di “possibilità” di incontri. L’analisi dettagliata della materia posta tra i corpi è piena della complessità tra la visione e la composizione, tra l’immaginario e il reale.

Che sia l’anima di lei, senza volto, ma forte nella sua natura, elegantemente raffigurata e ancorata alla terra, ma sempre e per sempre divisa nei suoi tanti io. 

Ma è solo il femminile che diventa madre, che vive l’anelito e la fusione, perché lei è tutto, è matrice primaria, che crea e porta in un sol corpo due anime e i loro infiniti. 

Forse il trauma di quel primordiale distacco sarà causa eterna dell’impossibilità di nuovi incontri totali. 

 

Federica Coscino

 

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